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Via Gasparri: case occupate tra speranze di ristrutturazione e assegnazione

Dodici famiglie, un'occupazione che va avanti dagli anni '80, tante promesse e pochi impegni mantenuti: ecco la storia di uno stabile di via Pietro Gasparri a Primavalle e dei suoi ormai esasperati occupanti

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Occupare case abbandonate è la regola a cui ci ha abituati da sempre la cronaca quotidiana, ma non ricevere ancora la sanatoria dopo oltre vent’anni fa a causa della mancata ristrutturazione dello stabile decrepito e non poter dunque divenire assegnatari di un appartamento decente, è un caso da guinness.

Succede a via Pietro Gasparri a Primavalle, dove 12 famiglie, succedutesi negli anni, vivono in uno stabile che definire fatiscente è un eufemismo. La struttura è stata occupata negli anni Ottanta quando gli alloggi popolari furono abbandonati dagli inquilini regolari che vennero trasferiti nelle case popolari di via Torrevecchia di nuova edificazione. L’edificio di Primavalle infatti, probabilmente destinato alla realizzazione di una casa famiglia per pazienti psichiatrici, fu chiuso e porte e finestre rimasero murate per tre anni, prima di essere occupato abusivamente.

Oggi col passare dei decenni, l’aspetto dell’immobile appare ancora più inquietante: persiane rotte e barcollanti, muri scrostati.  Ignazio Murgia e Maria Luisa sono alcuni degli occupanti abusivi originari del lontano 1986 e ci raccontano come si sono arrangiati per l’allaccio dell’impianto idrico, mentre l’impianto elettrico è arrivato dopo tempo.

Nel contratto di quartiere   Primavalle-Torrevecchia, siglato nel 2007 e realizzato dal Dipartimento XIX dell’Assessorato alle Politiche per le Periferie, fra gli altri progetti, c’è anche l’abbattimento di questi 12 alloggi popolari e il rifacimento ex novo della palazzina, insieme a quello della realizzazione del Parco nella vicina via Ascalesi ma, come denuncia un’altra residente, il parco è un cantiere aperto, seppur in lento avanzamento, mentre le case decrepite sono ancora là. Il motivo è nella mancata soluzione di un alloggio temporaneo per le 12 famiglie residenti, in attesa dei lavori di abbattimento e ricostruzione.

“Ci stanno prendendo nuovamente in giro sulla ristrutturazione. Abbiamo chiesto un regolare contratto d’affitto ma finché non ci ristrutturano la palazzina noi non esistiamo.. Nel 2000 abbiamo chiesto la sanatoria per essere riconosciuti come assegnatari. Aspettiamo una risposta dal Municipio sul nostro trasferimento per l’inizio dei lavori”, dichiarano Ignazio e Maria Luisa.

L’Unione Inquilini insieme ad altre associazioni del quartiere da oltre cinque anni si sta impegnando per la riqualificazione del quartiere. “Il contratto di quartiere  prevede l'abbattimento e la ricostruzione delle palazzine in via Gasparri e dell'ex asilo occupato in via da Bibbiena, oltre alla ristrutturazione della scuola occupata in via Federico Borromeo per farne un centro per i giovani, denuncia Renato Rizzo dell’Unione Inquilini, I finanziamenti all'Ater per quanto riguarda i due primi immobili, cosi come quelli al Comune per la riqualificazione dell’ex scuola sono arrivati.

I progetti sono pronti, si tratta ora di spostare le famiglie che vivono da molti anni negli immobili in questione. E’ gravissimo che il XIX° Municipio, dopo avere votato 11mesi fa un ordine del giorno che parlava di reperire un’assistenza alloggiativa per le famiglie coinvolte dal progetto, a tutt'oggi non abbia fatto nulla. Anche l’annunciata volontà di convocare un tavolo interistituzionale con tutti gli attori in campo (Ater, Comune, Municipio, Associazioni) per governare meglio il contratto, è rimasta lettera morta”.

 Per la ristrutturazione in questione i fondi sono pronti da tempo “l’iter è concluso, il progetto approvato, si tratta solo di indire la gara d’appalto per dare avvio ai lavori, sostiene Stefano Zuppello dell’Ater, Il problema è di fare un censimento degli occupanti e di trovar loro una soluzione alloggiativa temporanea fino alla restituzione degli appartamenti ristrutturati. Ma sono il Municipio e il Comune a doversene occupare.”.  Quesiti ancora in attesa di risposta da parte del Municipio.

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