Altro che riapertura, il parco del Pineto fa paura: “Degrado e baracche”
La denuncia della Lega: "Due mesi di lockdown non sono bastati per manutenzione"
Sul portale di Roma Capitale tra quelli evidenziati in verde e dunque “immediatamente accessibile”, ma le condizioni del Parco del Pineto, riaperto dopo il lockdown, non appaiono ottimali.
Per uscire dal degrado il Comune invita i romani ad “avere pazienza” eppure l’incuria del Pineto, il secondo parco per estensione dopo quello dell'Appia Antica, è annosa. Risale a ben prima della chiusura forzata per contenere i contagi da Coronavirus.
Il Parco del Pineto nel degrado
Nemmeno queste settimane senza visitatori sono bastate per renderlo pienamente fruibile, gli sfalci solo a macchia di leopardo: dimenticate estremità e anfratti, negli anni passati teatro anche di crimini violenti.
“All’interno del Parco del Pineto sussistono diversi accampamenti di fortuna, piccole baraccopoli a cielo aperto dove vivono sbandati di ogni sorta. L’area circostante versa in uno stato di degrado e totale abbandono, erbe infestanti altissime, sporcizia e rifiuti ovunque” – denuncia a margine di un sopralluogo nell’area il consigliere regionale della Lega, Daniele Giannini.
“Uno scenario reso ancor più imbarazzante da alcuni cartelli posti all’ingresso principale dove è stato stilato un elenco di interventi da effettuare non da parte della giunta capitolina, bensì ad opera di volenterosi cittadini, pronti – aggiunge il coordinatore della Lega in XIII, Angelo Belli - ad autotassarsi pur di far tornare il parco pulito”.
I parchi di Roma in sofferenza: "Ennesimo fallimento di Raggi"
Un capitolo, quello del verde, in sofferenza tra carenza di operatori e ditte private appaltatrici ferme durante il lockdown. Così la promessa della Sindaca Raggi di riaprire i parchi “più belli e sicuri” si rivela in parte disattesa.
“Registriamo l'ennesimo fallimento della sindaca Raggi incapace di salvaguardare i pochi polmoni verdi ancora in essere nella Capitale e che nemmeno durante il lockdown quando poteva approfittare nel risolvere alcune criticità, è riuscita a cambiare il volto a questa città. Pensiamo soprattutto ai bambini della zona – incalzano Giannini e Belli - rinchiusi in casa per 60 giorni e che oggi, anzichè godere di spazi ricreativi curati, sono costretti per colpa di questa sindaca a vedersi negato questo diritto".