Torrevecchia, per riparare la buca invocati poteri speciali: “Aspettate il mago Zurlì?”
L'assessore Menna: "In corso accertamenti da parte di Acea"
Per qualcuno è necessaria la bacchetta magica. A Torrevecchia, in via Taggia, Municipio XIV, da poco meno di un mese è presente una buca sulla strada dovuta a uno sprofondamento. Per richiamare l'attenzione c'è chi ha voluto dare uno ‘scossone’, mettendo un cartello inequivocabile: “Se per le belle arti non è scavo archeologico, se per l’Eni non è ricerca di oro nero, che aspettate a chiude ‘sta buca, Mago Zurlì?”.
Il messaggio di via Taggia
Il messaggio, messo in calce su un foglio bianco, è stato riposto nell’area che delimita la buca. Un’azione spontanea, dove la proverbiale ironia dei romani ha lasciato il segno. Un modo, questo, per porre l'accento sulla problematica.
Le parole dell'assessore
Michele Menna, assessore municipale ai Lavori pubblici, contattato da RomaToday ha spiegato: "Si è verifcato uno sprofondamento. Il punto è stato messo in sicurezza ed Acea sta effettuando gli accertamenti, per verificare la natura della criticità. Vorrei ricordare che quel cartello, che sarà rimosso, ha coperto un segnale. I cittadini possono divertirsi, ci mancherebbe, senza però mettere a rischio gli altri. Il Municipio XIV, ieri come oggi, sta lavorando per la sicurezza delle strade. Ci tengo a sottolinearlo".
Segnali fai da te nel Municipio XIV
Nel Quattordicesimo la fantasia dei cittadini e soprattutto iniziative di questo tipo non sono nuove. Famosa fu la segnaletica ‘fai da te’ piazzata a Monte Mario, all’incrocio di via Ottavio Assarotti con via Fratelli Gualandi: stiamo parlando del celebre ‘Ari Stoppe’ scritto lo scorso febbraio in strada con la vernice rossa, per denunciare l’assenza della segnaletica orizzontale. Ma anche a Selva Candida non persero tempo: un tombino, in via della Riserva Grande, era transennato da dodici mesi. Pure qui il messaggio pennellato a giugno fu inequivocabile: "Sono comparso l'anno scorso per darvi il benvenuto. È passato un anno e sono sempre qui”. Poi l’appello “vorrei tornare a casa” con la chiosa “a riveder le stelle”.