rotate-mobile
Torrevecchia Torrevecchia / Piazza Santa Maria della Pietà

Santa Maria della Pietà, l'ipotesi di chiusura alle auto dal punto di vista delle dipendenti donne

L'ipotesi di pedonalizzazione, ancora molto lontana dalla realizzazione, spaventa le dipendenti donne che lavorano all'interno dei padiglioni del Parco del Santa Maria della pietà che spiegano le loro ragioni

La questione del Santa Maria della Pietà, chiuso alle auto fino al 20 febbraio per motivi di sicurezza dovuti all'emergenza neve, ha scatenato una serie di riflessioni soprattutto da parte dei dipendenti che lavorano nei Padiglioni all'interno del Parco, ovvero tra gli ambulatori, la Circoscrizione, la Asl e altre sedi. Il dibattito, in soldoni, è tra chi è favorevole e chi è contrario alla pedonalizzazione del Parco del Santa Maria della Pietà. L'accesso in auto, nei viali che conducono ai padiglioni, è consentito solo ai dipendenti, ai mezzi di servizio e a chi ha la certificazione di handicap e di conseguenza il tesserino per accedere in auto. C'è chi ritiene che il parco del complesso del Santa Maria della Pietà, nato come ospedale psichiatrico, vada salvaguardato e quindi difeso dall'ingresso delle vetture e chi invece si oppone, in parte, alla pedonalizzazione, adducendo le sue ragioni. Diventa piuttosto difficile definire, in questo caso, chi abbia ragione e chi abbia torto.

Per questa ragione, esamineremo la questione proponendo separatamente i distinti punti di vista. In questo articolo cercheremo di capire le motivazioni di chi si oppone al divieto di transito in auto all'interno del Santa Maria della Pietà. Si tratta, è bene sottolinearlo, soprattutto di dipendenti donne che, come motivazione principale, sostengono quello della propria sicurezza e incolumità.

"Anche noi veniamo a fare footing nel parco e abbiamo i nostri bambini e ragazzi che usano il parco - spiega una dipendente che si fa portavoce anche delle altre dipendenti del complesso - Come dipendente del comprensorio però vorrei far sentire i nostri problemi. Per noi entrare con l'auto non vuol dire scorrazzare attraverso i viali a motore acceso ad alta velocità intossicando bambini e cittadini che sono lì per attività comunque ludiche. Per noi specialmente le molte donne dipendenti, vuol dire poter andare al lavoro in sicurezza, perchè la mattina alle 6,30, quando i cittadini e i bambini fanno le ninne, entrare in un parco buio, magari sotto la pioggia e il freddo, frequentato anche da persone poco raccomandabili e arrivare in padiglioni situati ai confini del parco, non è assolutamente piacevole, sarebbe da provare. Sotto la pioggia quando si è arrivati al proprio padiglione siamo come pulcini bagnati".

Dopo le due emergenze per la neve a Roma il Parco del Santa Maria della Pietà è stato chiuso alle auto dei dipendenti e questo ha innescato diverse polemiche. "Per quanto riguarda le navette - dice la dipendente - come si è potuto vedere in questi giorni, l'organizzazione e la quantità di personale e utenza non consente un regolare e continuo passaggio delle stesse. Per concludere, tenuto conto che chi lavora in ufficio, presuppongo, al massimo alle 8 deve prendere servizio, rimane invisibile a chi usufruisce del parco per il proprio diletto: le nostre auto parcheggiate intorno al padiglione non dovrebbe nemmeno vederle. Non è giusto che per il personale e/o il cittadino maleducato ci vadano di mezzo tutti. La macchina non ci serve sotto il portone, ma neanche a 2 chilometri dal lavoro, senza alcuna copertura o protezione durante l'accesso".

Secondo alcune dipendenti del Santa Maria della Pietà, tra cui Giulia Sabatucci, che parla a nome loro, pedoni e auto all'interno del Santa Maria della Pietà possono convivere tranquillamente. "Le due realtà sono assolutamente conciliabili in quanto i due eventi accadono "di norma" in tempi ed in luoghi completamente differenti. Non mi è mai capitato alle 6,30 entrando nel comprensorio di incontrare mamme e bambini che giocavano nel parco, ne può accadermi all'uscita alle ore 17,30 in inverno quando diventa buio molto presto (può accadere in estate anche se i percorsi sono differenti). Le auto che si incontrano nel parco in altri orari durante il corso della giornata non possono essere dei dipendenti che in quell'orario devono essere al lavoro", assicura la dipendente.

La Sabatucci parla poi delle origini del Santa Maria della Pietà. "E' nato come ospedale psichiatrico - racconta - il cui accesso veniva concesso solo ai pochi che si recavano a lavorare e ai parenti dei ricoverati. Negli anni a seguire con la dimissione graduale dei pazienti, i padiglioni sono stati usati sempre a scopi sanitari da diverse specializzazioni e i dipendenti continuavano ad entrare. E' giusto e bello che in questo percorso si sia creato un uso per i cittadini del quartiere, ma non è corretto che un luogo da sempre deputato al lavoro, ora venga sottratto ai dipendenti senza cercare di creare una simbiosi accettabile. Un conto è andare a correre, giocare,passeggiare al parco senza pensieri, un conto è doversi recare al lavoro o uscirne, con il pensiero dell'orario, di figli, o di una famiglia che ti aspetta. Guardiamo la vita a 360 gradi", commenta riferendosi alla distanza a volte molto grande per raggiungere i padiglioni in cui si lavora. Naturalmente, se ci fosse un serivizio navetta efficiente, che porti i dipendenti dai parcheggi esterni fino al Santa Maria della Pietà in orari compatibili con l'inizio e la fine dei turni di lavoro e ci fosse più controllo anche negli orari in cui è buio, le donne potrebbero cambiare idea. Ma è chiaro che tutto questo avrebbe un costo.

La Sabatucci evidenzia anche la questione della cura del Parco. "Anni fa era intatto e curato, nonostante l’uso dell’automobile da parte dei dipendenti e dei parenti dei pazienti, nel parco giravano giardinieri, operai e ispettori. Lo sfascio è avvenuto successivamente, quando all’interno dell’ospedale hanno cominciato ad entrare cittadini ligi, ma anche vandali e massacratori che hanno distrutto piante, sfasciato panchine e preso a sassate vasi di marmo centenari e le autorità competenti hanno smesso di provvedere alla manutenzione necessaria".

La dipendente passa poi ad esaminare la sicurezza delle dipendenti. "Successivamente al disarmo dell’allarme da parte dei vigilantes (tramite telecomando), siamo tenuti ad aprire e chiudere il padiglione - spiega - In parole povere alle 6,30 io, che posseggo un auto, la punto a motore e abbaglianti accesi in direzione dell’ingresso del padiglione per poter vedere le serrature e aprire 2 cancelli che permettono l’accesso. Il tutto avviene al buio (tranne i fari), in totale isolamento e con molta apprensione! La sera alle 17,30 se hai la sfortuna di essere l’ultima ad uscire la storia si ripete. Per non voler fare vittimismo e a onor del vero, in estate la sensazione di panico è quasi assente - aggiunge - grazie alla presenza della luce del mattino che 'ci indica la via'. Comunque quella che di giorno è una piacevole passeggiata, in quegli orari non è molto piacevole, sia per la sicurezza personale, che a causa delle intemperie, e delle condizioni dei viali che a causa della scarsa visibilità non consentono un tranquillo passaggio".  

La dipendente ci tiene a ribadire che, secondo lei, le macchine che che si incontrano nei viali durante il giorno non siano quelle dei dipendenti. "Noi non parcheggiamo sui prati, né sul parco giochi, né sul percorso podistico, abbiamo piazzole adibite in tal senso. Le vetture,  sono di proprietà degli utenti, per lo più con il tesserino dell’handicap, che si recano al poliambulatorio, il servizio farmaceutico, servizio invalidità civile e circoscrizione. Dopo tutto il Santa Maria è sede di uffici comunali, Asl ed altre attività in ambito sanitario. Ora resta da stabilire dove sia l’interesse personale o quello della collettività (collettività è anche la grande utenza che usufruisce dei servizi e i dipendenti) e l’utilizzo a misura di cittadino (chi decide che il cittadino che utilizza il parco ha più diritto di quello che utilizza i servizi e va al lavoro?). Chi ha handicap, è malato, ha necessita di certificazioni, deve lavorare non ha diritti"? E dopo questa domanda la Sabatucci ricorda che a poche centinaia di metri dal Parco del Santa Maria della Pietà c'è il Parco dell'Insugherata. " E' un territorio di enorme valore naturalistico che ha la particolarità di trovarsi all'interno di un'area urbana, visitato e vissuto giornalmente dagli alunni delle scuole della circoscrizione, in cui è presente un parco giochi del Comune recintato e tanto, tanto, tanto, parco in cui chi lo desidera (come me), può  vivere flora e fauna ,giocare e fare footing senza il fastidio degli uffici pubblici, le auto e quant’altro".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Santa Maria della Pietà, l'ipotesi di chiusura alle auto dal punto di vista delle dipendenti donne

RomaToday è in caricamento