Santa Maria della Pietà, la Regione punta alla riqualificazione. M5s ed ex Lavanderia protestano
La delibera di giunta regionale, sulla valorizzazione dell'ex manicomio, non piace. Denicolò (M5S): "Operazione che fugge al confronto con Consiglio e cittadini". Sinistra Italiana: "Fine di un sogno". L'ex Lavanderia: "Un regalo alla Asl"
Da una parte la delibera di giunta regionale sulla valorizzazione del Santa Maria della Pietà. Dall’altra le polemiche per una decisione, come riferito dalla consigliera in Regione del M5S, Silvana Denicolò, che fugge “al confronto con il consiglio e con i cittadini”.
L'ATTO - Con l’atto del 20 dicembre scorso la giunta ha individuato “le azioni di valorizzazione, le relative modalità di attuazione, le risorse finanziarie e l’assetto patrimoniale che la Regione, nell’ambito delle più generali politiche di valorizzazione del proprio patrimonio, intende perseguire per la riqualificazione” dell’immobile. Tra gli obiettivi ci sono "ripristinare la fruibilità e le condizioni di sicurezza del patrimonio immobiliare e del Parco del comprensorio attraverso un programma di interventi di risanamento conservativo, ristrutturazione e adeguamento funzionale" e "destinare i Padiglioni disponibili o dismessi per lo svolgimento di attività istituzionali in favore del territorio" oppure per allestire "uffici delle direzioni, Agenzie o società regionali, nel quadro dei processi di razionalizzazione e contenimento delle spese per le locazioni passive in atto".
CRITICITA' - Come detto, le polemiche non sono mancate. La consigliera Denicolò ha sottolineato: “L’operazione è in barba alle 12mila firme depositate dai cittadini a supporto di una proposta di legge di iniziativa popolare che da due anni attende di essere calendarizzata in Consiglio. Questa delibera di giunta dà l’avvio ad un percorso non condiviso di riutilizzo di questo importante bene e presenta alcune evidenti criticità, come il mancato rispetto della legge regionale 14 del 2008 e del protocollo d’intesa siglato da Regione e Comune dimostra la totale assenza di considerazione da parte della giunta Zingaretti alle delibere approvate dal Comune di Roma nel 2015 e dal Municipio XIV nel 2016. La delibera non considera, inoltre, che il Piano regolatore indica il Santa Maria della Pietà come una ‘centralità urbana”.
BORDATA - Un’altra bordata è stata assestata da Donatella Iorio, consigliera capitolina dei 5 Stelle: “La centralità urbana del Santa Maria della Pietà è destinata anche a funzioni culturali e sociali, non solo sanitarie. Di questo la giunta della Regione, con la delibera approvata lo scorso 20 dicembre, sembra non voler tenere conto. Si dia ascolto ad associazioni e comitati, calendarizzando la discussione della legge di iniziativa popolare sottoscritta da 12mila cittadini. E si prevedano nei padiglioni del parco – ha ribadito – funzioni culturali, artistiche e sociali. Il presidente Zingaretti ritiri quindi la delibera di dicembre”.
EX LAVANDERIA - Duro anche il commento dell’associazione Ex Lavanderia, che ha parlato di un “regalo alla Asl. Il Comitato cittadino 'Si Può Fare' che insieme all'associazione 'Ex Lavanderia' rappresenta un percorso cittadino che da circa 15 anni difende l'uso pubblico, culturale e sociale del Santa Maria della Pietà, contesta sin nelle premesse i contenuti della delibera per le inesattezze. Prima tra tutte – ha specificato – l'uso sanitario di tutti i padiglioni riconosciuti alla Asl. Il padiglione 31, per esempio, fu ristrutturato per usi sociali e culturali con i fondi del Giubileo del 2000. E resta tale nelle delibere regionali, che hanno seguito il protocollo di intesa del 2007 tra Regione, Provincia, Comune (a cui il Padiglione 31 era destinato), Universita' e Asl. Con questo atto – è stata la sintesi – la Regione obbliga i cittadini e le cittadine a fare gli ‘straordinari per la democrazia’, battendosi ancora una volta per la difesa di questo importante bene pubblico. E ancora una volta i cittadini e le realtà del territorio non si tireranno indietro.
"FINE DI UN SOGNO" - A chiudere il cerchio, l’intervento di Sinistra Italiana del Municipio XIV: “È la fine di un sogno. Scompare la progettazione urbanistica dell'unica centralità urbana interamente pubblica prevista dal Prg di Roma – è stato evidenziato – per rendere quel luogo funzionale a un uso sociale, culturale e pubblico a vantaggio dei cittadini, per trasformarlo in una caotica concentrazione di uffici regionali e strutture della Asl, con gravi ricadute sulla viabilità del quadrante e la conservazione del parco. Si condanna, in ogni caso l'azione della giunta – hanno concluso – e in particolare del vicepresidente Smeriglio, che agendo in modo autonomo e scollegato dalla contraria volontà dei territori, a lui ben nota, ha contribuito a concretizzare, per fredde logiche di bilancio, un vero e proprio spoglio di un bene comune al centro, da oltre quindici anni, di progettazioni e proposte da parte di istituzioni, associazioni, comitati, forze politiche del territorio, appartenenti all'area vasta della sinistra, di governo e di movimento”.