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Primavalle Torrevecchia / Via Federico Borromeo, 67

"Si stava meglio quando si stava peggio": Primavalle in festa per i suoi ottant’anni

Il 24 maggio 1938 nasce la borgata. In un evento la raccolta di poesie, video e foto

Identità, nostalgia, tradizione e, in alcuni casi, distinzione. Questa è la borgata Primavalle, dove ancora trovi le vecchiette affacciate alla finestra ed è facile respirare il profumo del soffritto sprigionato dalle cucine. Il 24 maggio festeggerà ottant’anni e per l’occasione è stato organizzato un appuntamento ad hoc: un concorso aperto a foto, video e poesie. Un’occasione per chi ha voglia di raccontare qualcosa su questo lato del Municipio XIV. A organizzare l’evento, l’associazione Primavalle in rete in collaborazione con la biblioteca Franco Basaglia.

Gli ottant'anni di Primavalle

Il  termine per inviare il materiale è scaduto la settimana scorsa. Ancora non c’è una data precisa sulla cerimonia ufficiale, ma molto probabilmente sarà a cavallo della data in cui verranno spente le ottantanta candeline. Nel mezzo, una passeggiata nel quartiere (il 28 aprile) farà da apripista. Il materiale è al vaglio e sono molti gli spunti interessanti: i lavori dei più piccoli, per esempio, nella stragrande maggioranza sono confluiti su Annarella Bracci, la bambina di 12 anni il cui corpo senza vita fu ritrovato in un pozzo il 3 marzo del 1950. Per i più grandi, invece, spazio alla nostalgia del passato, “quando c’era più comunità e meno individualismo”.

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I ricordi della borgata

Piazza Clemente XI, il mercato di via Sant'Igino Papa, la marana, la morte dei fratelli Mattei e di Giuseppe Tanas, le opere di Muracci Nostri. C’è questo e molto altro nel cuore della borgata, come raccontato da Gianluca Chiovelli, uno dei componenti di Primavalle in rete: “Per noi adulti è difficile parlare del passato tralasciando la scuola Cerboni, il plesso della XXV Aprile o le giornate trascorse a giocare a pallone in strada. Penso a Primavalle e dico che è ingiudicabile. Quando cammini dentro ai lotti come fai a non amarla? Adesso, più che il degrado, esiste una forte spersonalizzazione. Prima – ha continuato – vivevi in una abitazione modesta ma avevi coscienza del senso di appartenenza. Il ritornello si stava meglio quando si stava peggio calza a pennello. Sembra banale, ma è così”.

Primavalle, tra canzoni e film

Così, sfogliando l’album dei ricordi, ecco la nascita del campo di calcio di via Michele Bonelli, con quattro lamiere per gli spogliatoi, due porte di legno e, come riportava un articolo de L’Unità “una spasa di pozzolana e un filo volante che, dalla sezione del Pci, portava l’elettricità”. Ma anche le bambine di Borgo sfollate e accolte dall’oasi Suor Celestina Donati (via delle Calasanziane) o i set dei film, tipo 'Guardami' di Davide Ferrario, dove si scorgono gli angoli di piazza Alfonso Capecelatro fino a Franco Califano, uno di casa da queste parti.

Franco Califano e le madri coraggio di Primavalle

A tal proposito, Primavalle in rete ha ricordato il rapporto che il cantante creò con le madri coraggio di Primavalle: “Agli inizi degli anni Ottanta, riunite in comitato, occuparono le palestre di via Federico Borromeo per protestare contro la diffusione dell’eroina nel quartiere. Il clamore dell’occupazione, cui seguirono mobilitazioni spontanee della popolazione, sortì un effetto immediato: spacciatori e traffichini vennero denunciati e, almeno per breve tempo, il cono di luce della notorietà si diresse verso le realtà più degradate della periferia. Franco Califano oggettivò tale esperienza sociale nella canzone Occupate le palestre, in cui è citata esplicitamente Primavalle: Occupate le palestre, l’eroina lasciate fuori le finestre, se questa volta non le aprirete, voi vi salverete. Cuori grandi di Primavalle, vi aspetta una vita fatta a spicchi di stelle. I valori delle cose, sono fuori da ogni dose”. Tante facce di una storia, che si chiama Primavalle. Perché ottant'anni, davanti all'eternità, non sono niente. 

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