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Clinica Salus, i lavoratori da tre mesi sono senza stipendio

Nell'incontro con i sindacati la proprietà ha promesso che i pagamenti saranno regolarizzati entro il 10 ottobre. La tensione resta alta

Da tre mesi sono senza stipendio perché l’Asl/Rm1 “ha bloccato le liquidazioni mensili delle fatture, per sopraggiunti problemi con il Durc (Documento unico di regolarità contributiva) la cui compilazione ha subito un ritardo poiché la struttura non era in regola con i pagamenti verso gli enti previdenziali”. Loro sono i lavoratori della Salus Infirmorum e la loro storia è raccontata da Elisabetta Papini: infermiera, rappresentante sindacale aziendale della Cgil Funzione pubblica ed ex consigliera di Sel-Si nel Municipio XIV. 

La situazione è ad alta tensione. “Basta essere sfruttati, vogliamo essere pagati” è lo striscione srotolato nel corso dell’assemblea straordinaria dello scorso 28 settembre, organizzata da Cgil-Fp e Cisl-Fp. La Salus Infirmorum è una casa di cura di Riabilitazione che si trova in zona Ottavia, di proprietà della Congregazione delle Ancelle dell’Incarnazione. Alle spalle ha una storia che dire travagliata è poco. “Circa quattro anni fa – ricorda Papini a Roma Today – il mancato rinnovo della convenzione con l'ospedale San Filippo Neri, diede il via a un iter di proteste, raccolte firme (intorno alle 14mila), mobilitazioni politiche e cittadine, trattative, proroghe e rinnovi temporanei fino alla richiesta ufficiale di accreditamento del presidio in Regione”. 

A seguire il passaggio nel parlamentino di via Mattia Battistini, “con una mozione votata all’unanimità – sottolinea – grazie a quell'atto il Municipio impegnava il presidente di allora (Valerio Barletta) a intervenire presso Nicola Zingaretti e il suo capo della cabina di regia, Alessio D’Amato. Un anno fa, così, ecco la firma dell'accordo che garantì il via per l’accreditamento con la Asl Rm1”.

Nonostante il risultato raggiunto, le acque restano agitate. Nell’ultimo incontro tra i sindacati (Cgil-Fp, Cisl-Fp, Uil-Fp sono uniti in questa lotta) e la proprietà, quest’ultima ha promesso di pagare tutti gli stipendi entro il 10 ottobre. Intanto martedì ci sarà un appuntamento per fare il punto della situazione. “È inutile aggiungere – termina Papini – che le proteste si accentueranno, se gli esiti di questi impegni saranno negativi”.

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