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Venerdì, 19 Aprile 2024
MonteMario

Municipio XIV, bufera sul doppio incarico dell'assessore Menna: il caso sul tavolo di Cantone

Ha le deleghe ai Lavori pubblici e Urbanistica ed è socio amministratore di uno studio di progettazione che si trova a Monte Mario. Chiesti lumi all'Anac. Parte un'indagine interna

E’ bufera nel Municipio XIV. Julian Colabello, consigliere del Pd e presidente della commissione Trasparenza, punta la lente di ingrandimento su una vicenda che vede al centro l’assessore locale Michele Menna. Quest’ultimo, oltre alla deleghe a Lavori pubblici e Urbanistica, "ha dichiarato nel curriculum pubblicato e poi confermato in audizione presso la Commissione” di essere socio amministratore “di uno studio di progettazione” che si trova a Monte Mario  e “che offre servizi inerenti alle competenze municipali". 

IL FATTO - "Tutto questo – sottolinea Colabello – porta a pensare che ci possa essere una possibile violazione del Tuel (Testo unico degli Enti locali) – che dispone che gli assessori ai Lavori pubblici devono astenersi, per la durata del mandato e limitatamente al proprio territorio, da ogni attività professionale nell’ambito dell’edilizia pubblica e privata”. In soldoni “devono astenersi dal presentare progetti o richieste per evitare pressioni anche indirette nei confronti degli uffici che devono fare controlli e rilasciare autorizzazioni".

CARNE AL FUOCO – In tal contesto, insiste Colabello, “il presidente della commissione Lavori pubblici, il geometra Fabrizio Salamone, ha affermato che tale studio professionale non esisteva e che l’assessore si era sbagliato nel redigere il curriculum pubblicato ufficialmente”. Eppure il consigliere Pd nota: “Dalla targa dello studio esposta su pubblica via risulta che tra gli altri due professionisti componenti dello studio vi sia invece indovinate chi? Il Presidente della commissione Lavori pubblici, geometra Salamone”. 

REAZIONE – Addirittura “l’assessore Menna – puntualizza Colabello – ha dichiarato che non ci sono procedure a sue nome pendenti in Municipio e che non conosce Salamone. A mia domanda ha anche affermato che se Salamone si presentasse con il nome del suo studio potrebbe fargli causa e ha concluso sbeffeggiando la Commissione (posso anche dichiarare di aver fatto la prima comunione, ha detto ghignando) e chiosando che la commissione Trasparenza dovrebbe occuparsi di altro senza sprecare soldi pubblici (segue forte applauso di tutto il gruppo M5S e degli attivisti stellati presenti)”.

ANAC – Da qui il passaggio successivo: “Davanti alla negazione dell’esistenza dello studio professionale (poi individuato invece come società tra professionisti a responsabilità limitata) ho mandato come commissione Trasparenza una richiesta di interpretazione delle norme sugli obblighi di astensione ed incompatibilità degli amministratori pubblici all’Anac (Aurorità nazionale anticorruzione) e al segretariato generale per chiedere lumi sulla posizione dell’assessore ai Lavori pubblici e del presidente della Commissione”

ATTACCHI – La storia si ingarbuglia. “Il Movimento 5 Stelle – attacca Colabello – per voce dei suoi commissari in commissione Trasparenza, prima fra tutti la capogruppo Francesca Giaracuni, mi ha a più riprese attaccato per aver inviato questa richiesta di chiarimento nonché di aver reso noto sul web quello che succedeva nella Commissione che presiedo, fino alle dichiarazioni dello stesso presidente della commissione Lavori pubblici, che mi ha definito indegno e non all’altezza della presidenza della commissione Trasparenza”. Non solo: “il presidente della Lavori pubblici, Salamone, ha chiesto di non riprendere la Commissione dove è stato audito l’assessore ai Lavori pubblici Menna per non fare pubblicità alle proprie attività professionali”.

ALTRO EPISODIO – All'interno del calderone trova spazio, se vogliamo, anche l’ex consigliere Andrea Montanari, il quale “aveva richiesto di fare il video, negato durante l’audizione. E’ stato fotografato più volte dagli attivisti stellati (lui dice solo di schiena, infatti è un po’ deluso perché non è il suo profilo migliore) e si è poi ripetuta la questione nella successiva commissione da parte di Giaracuni, che prima questionava il mezzo di ripresa (telefono sì, telecamera no) e poi chiedeva la consegna del filmato a fine commissione. Richiesta poi per fortuna caduta nel vuoto”. 

INDAGINE INTERNA – Così il segretariato generale del Comune, avanza Colabello, dispone un’indagine interna urgentissima “in carico al Direttore del Municipio (responsabile per la trasparenza e anticorruzione del Municipio) sull’esistenza di pratiche in itinere presso gli uffici del Municipio riconducibili all’zssessore ai Lavori pubblici Menna, o al suo studio associato. Sebbene si trattasse di indagine urgentissima con termine a venerdì 23 settembre, lo scorso mercoledì in commissione Trasparenza, alla presenza del presidente Alfredo Campagna, il direttore del Municipio si è rifiutato di rilasciare qualsiasi informazione riguardo i risultati dell’inchiesta. Davanti a questo, il presidente Campagna non ha voluto fare nessuna dichiarazione, salvo poi intervenire a più riprese su questioni minori introdotte a sorpresa dalla capogruppo stellata Giaracuni, per cercare di distogliere l’attenzione sull’inchiesta in corso”. 

RIMOZIONE – Julian Colabello, peraltro, segnala che “nello stesso giorno in cui è stato sentito il direttore” è stata rimossa la segretaria verbalizzante della commissione Trasparenza. E soltanto due giorni prima, sbotta Colabello, il presidente della commissione Lavori pubblici, Salamone “con il sostegno del consigliere Buratta, ha richiesto dopo trenta giorni di modificare le sue dichiarazioni in un verbale da considerarsi ormai formato secondo le stesse regole dettate dal presidente del Consiglio, Paolo Morbioli”.

LEGITTIMITA' – Quest’ultimo, scrive Colabello, “durante la stessa Commissione in cui si è negata qualsiasi informazione riguardo l’inchiesta in corso, invece che tutelare il diritto di conoscere degli atti dell’amministrazione in capo ai Consiglieri che rappresenta, ha sollevato una questione riguardante la legittimità della composizione numerica della commissione Trasparenza, che per carità, valuteremo. Ma insomma: che incredibile tempismo, presidente”. 

SFOGO – Julian Colabello, perciò, sfoga la sua rabbia. “Un vortice di omissioni, coperture, false dichiarazioni, attacchi mirati, balcanizzazione del dibattito, tutto volto a sminuire una situazione sempre più evidente di potenziale conflitto di interessi che si aggrava ogni giorno che passa. Infatti, per niente intimorito ho fatto formale accesso agli atti al fascicolo che il direttore aveva riservato”. La ricerca è iniziata ieri, 3 ottobre. “Il direttore mi ha fatto finalmente visionare il fascicolo di invio, sono già emerse procedure ed elementi omessi e siamo solo all’inizio della controverifica. Se questa è la trasparenza del Movimento 5 Stelle, c’è da tremare al pensare cosa intendano per onestà”.

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