A Selva Nera, abbattutto uno degli ultimi casali

Possono sembrare solo casupole, cemento e mattoni rovinati dal tempo e a volte anche anti-estetici se paragonati ai nuovi edifici eretti nelle vicinanze nel corso degli anni. Eppure, la zona di Selva Nera (così come ancora tanti altri quartieri periferici della capitale) è una vera e propria cartolina rimasta intatta dal passato, che conserva ancora quel sapore di casali e vecchie tenute della campagna romana degli anni '60. O meglio, lo era fino a qualche tempo fa perchè non sempre può esserci spazio per i ricordi, bechè mai in una città frenetica e caotica come Roma. Così, pochi giorni fa, è stato abbattutto uno degli ultimi casali del quartiere, quello situato all'inizio di Via della Riserva Grande, che molti automobilisti "pendolari" di quel tratto, così come i residenti della zona, conoscevano come punto di riferimento non solo per la fisicità ma anche per la sua inevitabile portata di ricordi.

Ma la modernità non permette sconti e così gli stessi proprietari del terreno (occorre dirlo) hanno preso questa decisione per dare spazio alla realizzazione del nuovo complesso residenziale di sicuro impatto positivo in un ambito di crisi abitativa e di riqualificazione di un territorio di fatto "provato", ma pur sempre inserito in una già fitta e caotica rete urbanistica di uno dei quartieri romani che maggiormente soffre la piaga di una mobilità lenta e obsoleta. Si trattava, in ogni caso, di uno degli ultimi "superstiti" della già avida ondata edilizia esplosa negli ultimi tempi. Rimangono davvero pochi, infatti, gli ultimi esemplari (ormai è questo il termine più adatto) di casali o strutture che tradiscono lì sul territorio le origini di quello che una volta era il generoso e pittoresco agro romano e c'è da chiedersi se e ancora per quanto anche questi edifici resisteranno ai duri colpi della modernità.