rotate-mobile
Altre Via Cherasco

Cerquette Grandi: il quartiere dove gli abitanti hanno fatto da soli. Anche per l'alluvione

Quasi un piccolo paese, che si estende per 500 ettari lato est da via La Storta. Qui un consorzio di autorecupero si occupa di tutto: fognature, illuminazione, spazi per bambini. L'unico, o quasi, a intervenire anche per l'emergenza maltempo

Bambini che spalano fango in calosce, montagne di mobili fatti a pezzi dalla furia della marana, ponticelli distrutti e mura franate. Anche a Cerquette Grandi e' arrivata l'alluvione, eccome se è arrivata. Cinquecento ettari di terreno che si estende verso est dall'incrocio di via Boccea con via La Storta, 3 mila abitanti, un piccolo paese, quasi dimenticato.

Qui dopo 48 ore di disperazione i segni dell'evento sono ancora evidenti: tappeti di rifiuti ai lati di via La Storta portati dalle acqua del Rio Galeria, lo stesso esondato nel vicino quartiere di Pantan Monastero. Cassonetti rovesciati dentro specchi di fanghiglia, materassi, comodini, vestiti, tutto distrutto dalla melma e ammassato agli angoli delle strade. Tutto quello che si può trovare in un seminterrato e che la furia del rio ha portato via. 

"Alle cinque del mattino abbiamo ricevuto le prime chiamate per l'esondazione del Fosse delle Cerquette, ci siamo procurati subito cinque ruspe e ci siamo messi in moto per affrontare l'emergenza". A parlare è Donato Lancellotti, del Consorzio Cerquette Grandi, un gruppo di 30 volontari che da anni si occupa del territorio secondo quanto previsto dalla legge 724 del 1994. La normativa comunale sulle opere a scomputo dà ai cittadini la possibilità di versare gli oneri concessori invece che nelle casse dell'amministrazione in quelle dei cosiddetti consorzi di autorecupero, che gestendo le somme a disposizione si occupano in prima persona di progettazione e realizzazione delle opere primarie del quartiere. 

"Abbiamo fatto costruire fognature, illuminazione, parchi giochi per i bambini. Qui non c'era niente, era il nulla più totale". E così, anche per l'alluvione, ci hanno pensato loro. "Abbiamo contato 8 frane nella zona, 45 case piene d'acqua, 2 ponticelli distrutti, cancelli sradicati, 20 mura di cinta crollate. Un disastro". In zona non si vedeva niente di simile dal '66, data dell'ultima esondazione del Rio Galeria e del vicino Fosse delle Cerquette. 

Per Donato le responsabilità esistono e vanno guardate in faccia. "Nessuno pulisce il fosso da anni, gli argini sono pieni di rifiuti e tronchi d'albero mai tagliati". La mansione non fa parte delle opere a scomputo affidate al consorzio, ci pensa il CbTar (Consorzio di Bonifica Tevere e Agro Romano), in convenzione con la Regione Lazio. "Il Rio Galeria è stato bonificato due anni fa, mentre il ponticello sul Fosso delle Cerquette non viene toccato da cinque anni". Troppo poco per gli abitanti che oggi contano i danni subiti dalle loro abitazioni. Gli abitanti e i commercianti. 

Nel quadrante si contano una ventina tra fabbriche e imprese che hanno perso intere partite di materiale con macchinari da centinaia di migliaia di euro da buttare. "La Gummo, fabbrica di materassi e cuscini già stima danni per 150-200 mila euro" continua Donato. La falegnameria di via Tornaco ancora deve fare i conti. 

Li ha già fatti invece la palestra B-Evolution, sorta da un anno all'angolo tra via Tornaco e via Cherasco, un luogo di aggregazione per il quartiere, uno dei pochi a offrire attività per tutti, grandi e bambini. "Adesso sorrido, perché non ho alternativa, ma questa palestra è frutto di mesi e mesi di lavoro con le nostre sole forze, mio e di coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questa struttura". Fabrizio, il proprietario, ci racconta l'amarezza di un sogno che per un attimo è sembrato andare in fumo. 

Nella notte del 31 gennaio i locali della palestra, due più gli spogliatoi, sono diventati una piscina. "Abbiamo spalato, tolto acqua e fango per ore e ore, io e tutti i miei associati che ringrazio tantissimo per la collaborazione. Sono riuscito in un giorno a contattare un parquettista per rendere agibile almeno una delle sale, dove comunque il pavimento andrà cambiato, l'altra purtroppo non è ancora pronta". Distrutto anche il giardino zen che circonda la palestra, attrezzato e curatissimo prima del disastro. 

"Qui ad aiutarci non è venuto nessuno, qualcuno della Protezione Civile, un attimo, si sono affacciati e poi io non li ho più visti". C'è amarezza nelle parole di chi, ci tiene a sottolineare, si è sentito abbandonato. Non tanto nella presenza sul posto di esponenti delle istituzioni. Lunedì l'assessore alla Roma Produttiva, Marta Leonori, si è recata sul posto, ha parlato con i titolari delle attività commerciale per fare il punto su eventuali aiuti economici. Fabrizio è rimasto in contatto anche con il presidente del XIV Municipio, Valerio Barletta. 

A non funzionare a detta dei residenti è stata piuttosto l'organizzazione dei soccorsi: pochi, pochissimi uomini della Protezione Civile sono arrivati fino a Cerquette Grandi. "Ci siamo salvati perché c'è stata tanta collaborazione fra gli abitanti e tanta solidarietà - racconta Fabrizio - abbiamo potuto contare fondamentalmente solo sulle nostre forze". Come sempre.

ALLUVIONE, FOTO DA CERQUETTE GRANDI

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cerquette Grandi: il quartiere dove gli abitanti hanno fatto da soli. Anche per l'alluvione

RomaToday è in caricamento